Arrestato all'alba l'imprenditore 57enne Antonio Colasante, nella sua villa bunker di via Don Minzoni a Lanciano. L'inchiesta, che prende il nome "Dati incrociati" per via di un'intercettazione che è stata fatale per gli inquisiti, è della Procura di Lanciano - delegata alla polizia di Stato (commissariato di Lanciano e Squadra mobile di Chieti, con l'ausilio della Guardia di finanza di Chieti ), e riguarda in particolare il lavaggio di biancheria e divise ospedaliere. La frase intercettata è: "Se incrociano i dati sono guai", e dolori sono stati. L'industriale è uscito con le manette ai polsi da casa. Arrestata, ma le sono stati concessi i domiciliari, anche una dipendente della Asl di Lanciano Chieti Vasto, Tiziana Spadaccini, 57 anni, di Vasto (Ch). Le accuse sono di riciclaggio, abuso d'ufficio e falso in atto pubblico. L'inchiesta è coordinata dal procuratore facente funzioni, Rosaria Vecchi.
"I reati contestati sono quelli di abuso d'ufficio, falso ideologico e riciclaggio, in relazione ad una vicenda inerente alla liquidazione illecita effettuata dalla Asl di Lanciano - Vasto - Chieti in favore della ditta Publiclean Srl, con l'indebita irrogazione di una somma pari a 2.130.490,06 euro relativa al contratto intercorrente tra la pubblica amministrazione, gli ospedali rientranti nel circondario di competenza della Lanciano - Vasto - Chieti e la stessa Pubbliclean.
In sostanza gli indagati pubblici funzionari della Asl sono accusati di aver abusato del loro ufficio per favorire la Publiclean Srl alla quale, attraverso l'emanazione di una serie di atti amministrativi illegittimi, venivano irrogate somme assolutamente non dovute per gli anni 2009/2015.
Nel corso delle indagini si aveva modo di accertare che alla Publiclean venivano liquidate le somme milionarie sopra indicate laddove le spettavano per contratto "0" euro. Questo perché - evidenzia la Procura di Lanciano - il contratto di lavanolo intercorrente tra la pubblica amministrazione e la Publiclean prevedeva che a fronte della liquidazione prevista per la biancheria piana (coperte, lenzuola ecc...) la stessa ditta si impegnava a garantire due cambi di divise settimanali gratuite. Di fatto, si accertava che mai, negli anni, le divise lavate dalla Publiclean avevano superato il numero di quelle che avrebbero dovuto essere garantite gratuitamente. Nonostante ciò la Pubbliclean chiedeva e otteneva dalla Asl le liquidazioni contestate.
Le somme provento di tale illecita irrogazione incassate dalla Publiclean venivano fatte oggetto di una serie di illecite movimentazioni (da qui la contestazione di riciclaggio) nel giro di pochissimi giorni, transitando dal conto della Publiclean a quello della Hospital Service Srl (facente parte della Colasante Holding), poi bonificate dalla Zaffiro Srl (sempre della Colasante Holding).
Al termine di queste movimentazioni le somme venivano impiegate da Colasante per l'acquisto di una villa in Sardegna ad Arzachena, Porto Cervo, sottoposta a sequestro preventivo in qualità di prezzo del reato di riciclaggio e come tale suscettibile di confisca obbligatoria".
Oltre ai due arrestati, ci sono 7 indagati: il manager della Asl Chieti Lanciano Vasto Pasquale Flacco, accusato di concorso in abuso di ufficio; il dirigente dell'ufficio legale della Asl Stefano Maria Spadano, seppure per un fatto marginale; la dipendente della Asl Rita Pantaleone, che lavorava a stretto contatto con la Spadaccini, accusata di solo abuso. Gli altri indagati sono Costantin Gogonea, Sonia Pace, il fratello Enio Colasante e Camillo Desiderio Scioli.
"I reati contestati sono quelli di abuso d'ufficio, falso ideologico e riciclaggio, in relazione ad una vicenda inerente alla liquidazione illecita effettuata dalla Asl di Lanciano - Vasto - Chieti in favore della ditta Publiclean Srl, con l'indebita irrogazione di una somma pari a 2.130.490,06 euro relativa al contratto intercorrente tra la pubblica amministrazione, gli ospedali rientranti nel circondario di competenza della Lanciano - Vasto - Chieti e la stessa Pubbliclean.
In sostanza gli indagati pubblici funzionari della Asl sono accusati di aver abusato del loro ufficio per favorire la Publiclean Srl alla quale, attraverso l'emanazione di una serie di atti amministrativi illegittimi, venivano irrogate somme assolutamente non dovute per gli anni 2009/2015.
Nel corso delle indagini si aveva modo di accertare che alla Publiclean venivano liquidate le somme milionarie sopra indicate laddove le spettavano per contratto "0" euro. Questo perché - evidenzia la Procura di Lanciano - il contratto di lavanolo intercorrente tra la pubblica amministrazione e la Publiclean prevedeva che a fronte della liquidazione prevista per la biancheria piana (coperte, lenzuola ecc...) la stessa ditta si impegnava a garantire due cambi di divise settimanali gratuite. Di fatto, si accertava che mai, negli anni, le divise lavate dalla Publiclean avevano superato il numero di quelle che avrebbero dovuto essere garantite gratuitamente. Nonostante ciò la Pubbliclean chiedeva e otteneva dalla Asl le liquidazioni contestate.
Le somme provento di tale illecita irrogazione incassate dalla Publiclean venivano fatte oggetto di una serie di illecite movimentazioni (da qui la contestazione di riciclaggio) nel giro di pochissimi giorni, transitando dal conto della Publiclean a quello della Hospital Service Srl (facente parte della Colasante Holding), poi bonificate dalla Zaffiro Srl (sempre della Colasante Holding).
Al termine di queste movimentazioni le somme venivano impiegate da Colasante per l'acquisto di una villa in Sardegna ad Arzachena, Porto Cervo, sottoposta a sequestro preventivo in qualità di prezzo del reato di riciclaggio e come tale suscettibile di confisca obbligatoria".
Oltre ai due arrestati, ci sono 7 indagati: il manager della Asl Chieti Lanciano Vasto Pasquale Flacco, accusato di concorso in abuso di ufficio; il dirigente dell'ufficio legale della Asl Stefano Maria Spadano, seppure per un fatto marginale; la dipendente della Asl Rita Pantaleone, che lavorava a stretto contatto con la Spadaccini, accusata di solo abuso. Gli altri indagati sono Costantin Gogonea, Sonia Pace, il fratello Enio Colasante e Camillo Desiderio Scioli.
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